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#72 – TCO – alcune precauzioni nella posa in opera

Abbiamo parlato dei termofusibili in diverse occasioni, abbiamo spiegato il loro funzionamento, quale problematiche possa causare la presenza di un arco elettrico, che cosa succede se si lavora per troppo tempo ad una temperatura troppo vicina a quella di fusione e infine abbiamo visto che esiste la possibilità di ricevere questo componente anche su nastro, per soddisfare le richieste di chi lavora con produzioni automatiche.

Oggi parleremo di alcune precauzioni che è bene prendere quando si utilizzano i termofusibili SW1 ed SW3, e di qualche suggerimento che mi permetto di dare, per esempio nel caso in cui si intenda procedere con la piegatura dei reofori. Oggettivamente è molto facile piegarli, dal momento che sono in rame quindi molto malleabili. E’ necessario farlo con cautela e non ripetere troppe volte l’operazione o comunque non andare oltre i 90° di piegatura perché si rischierebbe di snervarli.  Ma soprattutto fare attenzione a non applicare alcuna pressione direttamente sul corpo del TCO. Inoltre si raccomanda di realizzare la piegatura mantenendo una distanza di almeno 3 mm dal corpo del nostro dispositivo. Questo perchè si potrebbe rischiare di danneggiare la resina e comprometterne l’isolamento o peggio ancora il funzionamento del termofusibile, come si nota nella Figura 1 tratta dal catalogo SUNG WOO

Non serve dirlo, ma usare delle pinze appropriate e la corretta attrezzatura aiuta ad evitare imprevisti quali tagli errati, deformazioni ed eventuali crepe. Tutte eventualità che in seguito comprometterebbero la perfetta funzionalità del dispositivo. 

precauzioni

I reofori richiedono anche un’ulteriore precauzione. La SUNG WOO raccomanda di verificare che su di essi non vi siano tracce di danneggiamento come segni di bruciatura, intaccature, crepe, ossidazioni o altro. In tal caso è sconsigliato utilizzare il TCO.

Anche la scelta dei materiali utilizzati per il cablaggio deve essere ben ponderata. Se si deve cablare un termofusibile è consigliabile usare terminali in materiali non corrosivi, per evitare di compromettere il reoforo e successivamente l’intero termofusibile.

Inoltre è fondamentale che tali materiali abbiano una bassa resistenza Ohmica e di conseguenza una buona conduttività elettrica. Ciò serve a evitare un surriscaldamento alle giunzioni che potrebbe compromettere il corretto funzionamento del termofusibile.

Se il nostro TCO deve essere connesso a un circuito stampato, allora sarà necessario farlo tramite saldatura e in questo caso bisognerà considerare alcune misure di sicurezza. Innanzitutto cercare di eseguire la saldatura il più lontano possibile dal corpo del TCO. E’ necessario poi impiegare il minor tempo possibile, massimo 2 secondi, per non esporlo troppo al calore. 

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Come indica la Figura 2, sempre fornita dal catalogo SUNG WOO, si suggerisce di posizionare il TCO ad almeno 1 cm alla superficie del PCB (Printed Circuit Board), e non meno, aiutandosi con delle pinze.

Per non danneggiare il thermal pellet durante la saldatura elettrica bisogna evitare il passaggio di corrente attraverso i contatti o tramite il corpo metallico del termo fusibile, quindi eseguire l’operazione un punto alla volta.

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Anche i termofusibili sono soggetti ad una resistenza meccanica, come abbiamo già visto per i protettori termici (“Articoli 28 e 70”) e come ci indica la figura 3 (catalogo SUNG WOO). In modo particolare i reofori resistono a una forza di trazione di massimo 2 kg. La resistenza a compressione invece non deve superare gli 0,5 kg. Questo ultimo dato è molto importante nel caso in cui il TCO venga fissato tramite una clip a pressione o una legatura che non deve arrivare a deformare il corpo metallico poiché condurrebbe a un errato funzionamento del dispositivo.

L’ultimo avvertimento riguarda l’ambiente di conservazione e di lavoro. Non è adatto per l’uso in luoghi con un’alta percentuale di umidità, o peggio a contatto con l’acqua, ma anche con materiale organico, gas o acido solforoso.

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