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#28 – La resistenza a compressione

Dopo avere parlato dei più piccoli, oggi parlo dei più forti, intesi come i più resistenti. Ma resistenti a cosa? Alla compressione.

Uno dei principali usi del protettore termico è quello di salva motori, nel senso che viene inserito quasi sempre all’interno dell’avvolgimento dello statore (come mostrato in figura) e ha il compito di intervenire in caso di surriscaldamento.

Gli avvolgimenti, quasi esclusivamente in rame, non sono tutti uguali e dalla dimensione del motore dipende la sezione del rame utilizzato e di conseguenza è chiaro che sezioni maggiori eserciteranno una forza di compressione sul corpo del protettore più grande rispetto a quello che può accadere con fili più sottili. Ecco che diventa importante, superate certe sezioni, e quindi certe forze di compressione, che il protettore sia in grado di resistere ad esse. 

L’importanza della resistenza a compressione

Perché tutto questo? Perché insisto sull’importanza della resistenza a compressione del corpo del protettore? La risposta è molto semplice: se il protettore non resiste si rompe, oppure potrebbe anche solo deformarsi, ma la conseguenza è, nel migliore dei casi, una staratura del protettore, che andrà ad intervenire in modo errato, oppure creare un corto circuito, o più semplicemente scollegarsi, non ci sarà più passaggio di corrente e il motore avrà finito di lavorare. Per evitare queste problematiche i produttori di motori elettrici hanno adottato alcuni stratagemmi, per esempio mettere il protettore in superficie e non all’interno dell’avvolgimento, abbassando la temperatura di intervento (ricordate l’articolo “Tempo e temperatura: L’importanza della posizione”)

compressione
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Oppure viene creato un apposito alloggiamento nel quale viene inserito il protettore, ma la scelta che va per la maggiore resta l’inserimento all’interno dell’avvolgimento.

Ma cosa propone R&D Components? In questi casi la scelta consigliata, ma quasi obbligata, è la serie “C” della nostra rappresentata tedesca TMC. Ne abbiamo già parlato nel nostro primo articolo, ma vale la pena ribadire alcuni punti. Il corpo dei protettori TMC è in acciaio e resiste a una compressione di 60N, circa 600 Kg, inoltre l’isolamento in NOMEX è termoristretto e sagomato, in modo tale da agevolare il suo inserimento nell’avvolgimento e, per finire, il bimetallo è posizionato nel mezzo del corpo del protettore e non richiede un particolare posizionamento, come invece accade con altri prodotti, ma questo lo vedremo in seguito.

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