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#104 – Differenze tecniche e intercambiabilità

Abbiamo visto che l’interasse può determinare l’intercambiabilità tra due termostati, ma è questa l’unica discriminante?

MI riaggancio a quanto si è detto nel precedente articolo, in cui si spiegava che l’interasse può determinare l’intercambiabilità o meno tra due termostati. Si vedeva inoltre quali fossero i parametri da tenere in considerazione per questa operazione.

Siamo poi passati a un esempio pratico, prendendo in esame tre diversi prodotti i cui interassi consentivano una sostituzione tra loro. Ora voglio entrare più nel particolare e analizzare le caratteristiche di questi termostati.

AK33: è un termostato bifase, un DPST, a riarmo manuale. Serve a monitorare due circuiti diversi che lavorano in parallelo e interromperli entrambi nel momento in cui anche solo uno dei due abbia un’anomalia. Lavora a 6A per 250V, per 10.000 cicli e ha una gamma di temperature d’intervento che va dai 65°C ai 150°C.

TK24-MG03: è un normalissimo SPST, che può essere costruito nella versione a riarmo automatico (TK24) o riarmo manuale (TK32). Viene montato su una flangia mobile di fissaggio più lunga di quella fornita nella versione standard e che può essere intercambiabile, dove il progetto lo consente, con altri dispositivi con interasse lungo. Viene fornito con tutte le performance tecniche dei TK24, vale a dire 10A 250V per 100.000 cicli o 16A 250V per 30.000 cicli con interventi variabili da –45°C a +425°C. Oppure dei TK32, che sono fino a 16A 250V per 10.000 cicli, e un intervento variabile dai 30°C ai 250°C

KSD301A2-039: è un termostato doppio. Ciò significa semplicemente che due distinti termostati sono montati su un’unica staffa di fissaggio e faranno riferimento a due circuiti paralleli. Teoricamente potrebbero intervenire in due momenti diversi, ma in realtà questa è una casualità poco probabile, poiché entrambi sono posizionati nello stesso punto a pochissima distanza l’uno dall’altro ed è impossibile rilevare due diverse temperature in uno spazio così piccolo. Tuttavia, e questa è la più importante differenza con il modello AK33, è possibile utilizzare due termostati con due temperature diverse, determinando così due diversi interventi in funzione delle temperature che il responsabile del progetto andrà a scegliere.

Esiste poi un’altra peculiarità di questo termostato. E’ possibile combinare un termostato di lavoro (riarmo automatico) con uno di sicurezza (riarmo manuale) o addirittura un one shot, come si accennava qui.

Tre termostati, tre diverse applicazioni e un numero ben maggiore di soluzioni. Lasciamo ai direttori tecnici la scelta del modello e la conseguente configurazione.