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#49 – Le origini del termostato

Oggi voglio parlarvi di un genio scozzese. Questa piccola terra del Nord del Regno Unito non è stata solo la terra natia di Rod Stewart (1945), Sean Connery (1930 – 2020), Joe Jordan (1951) e Gordon Ramsay (1966), ma anche di Andrew Ure, che nacque a Glasgow nel 1778 e morì a Londra nel 1857. Sono certo che questo nome non vi dirà nulla, ma in realtà ha influenzato le nostre vite più di quanto non si possa credere.

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Le origini del termostato: Andrew Ure

Professore di chimica all’Università di Glasgow, Ure era molto interessato agli effetti dell’elettricità. Fu inoltre molto influenzato dagli esperimenti che fece sulle rane il professore di anatomia bolognese Luigi Galvani (1737-1798) nel 1780, e successivamente il nipote di questo, Giovanni Aldini (1762-1834). In numerose occasioni Aldini si esibì in pubblico mostrando gli effetti che gli impulsi elettrici potevano avere sui corpi di animali e tavolta anche sui cadaveri umani.

Il 4 Novembre 1818, Andrew Ure eseguì un esperimento sul cadavere di un minatore di 35 anni, Matthew Clydesdale, condannato per assassinio e giustiziato per impiccagione poche ore prima. L’esperimento ebbe luogo alla presenza di un folto pubblico composto da studenti, curiosi, anatomisti e medici dell’Università di Glasgow. I risultati vennero successivamente raccolti in una relazione molto dettagliata e presentata alla Glasgow Literary Society. Ure descrive in modo sensazionale e con dovizia di particolari le reazioni del corpo inanime a seguito degli impulsi elettrici, ma l’esperimento non ebbe il successo desiderato, sia perché non riportò in vita Matthew Clydesdale, sia perché terrorizzò buona parte dei presenti.

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Ure non era l’unico scienziato ad eseguire questo genere di esperimenti, al contrario erano molti che tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo condussero esperimenti con il galvanismo, per la stimolazione dei muscoli a seguito degli impulsi di corrente elettrica. Gli effetti erano sicuramente incredibili e tali da attirare l’interesse di scienziati e artisti, fino ad ispirare una giovane Mary Shelley (1797 – 1851), che proprio nel 1818 pubblicò il suo capolavoro “Frankenstein: o, Il moderno Prometeo”.

Questo esperimento conferì molta fama a Ure ma col tempo egli rinunciò a questo genere di lavori. Si trasferì a Londra e viaggiò per l’Inghilterra, il Belgio e la Francia, visitando e studiando la produzione in numerose fabbriche, prevalentemente tessili. Le sue nuove ricerche e i suoi studi si orientarono verso l’industria, l’automazione della produzione (in modo particolare delle industrie tessili), la difesa del lavoro nelle fabbriche e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Ed è in questo frangente che entriamo nel vivo di ciò per cui Andrew Ure è importante per tutti noi.

L’invenzione del thermostat

Basandosi sul principio del diverso coefficiente di dilatazione dei metalli, nel 1830, ideò un sistema di accorpamento di barre metalliche che inserite, ad esempio, all’interno di un camino si sarebbero piegate, lasciando entrare aria fredda nella stanza, e di conseguenza regolandone la temperatura. Questo dispositivo venne definito dallo stesso Ure “thermostat” (si veda Andrew Ure, On the Thermostat or Heat Governor, Philosophical Transactions of the Royal Society of London, 1831). Questo tipo di movimento poteva essere applicato in vari modi. Ad esempio per regolare l’apertura delle serrande, facendo entrare aria fredda o acqua fredda. Oppure, come abbiamo visto, chiudendo il tiraggio di un camino, o ancora per regolare le valvole di sicurezza delle caldaie a vapore.

Prima di questa invenzione, la temperatura era regolata dai sensi e coadiuvata dai primi rudimentali termometri. Se faceva freddo, dovevi semplicemente aggiungere più carbone o legna al fuoco della tua casa o del tuo luogo di lavoro. Il termostato bimetallico era un nuovo modo di misurare la temperatura in una stanza. I materiali che costituivano le barre bimetalliche si piegavano al variare della temperatura, indicando che il livello di calore doveva essere regolato. Se ricordate è esattamente quello di cui abbiamo parlato in “Che cosa provoca l’apertura e o la chiusura dei contatti in un dispositivo bimetallico?“. 

Applicare il principio della dilatazione dei metalli al controllo della temperatura. È questo che per primo ha fatto Andrew Ure, ed è questo il motivo per cui quest’uomo è entrato nelle nostre vite. E a maggior ragione nelle vite di chi lavora nel mondo dei termostati. Proprio perché quel principio è quello che tuttora è alla base dei termostati bimetallici, dei protettori termici, dei termostati in aria e dei termostati regolabili.

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