#45 – Precisione e aderenza al piano
I termostati a contatto rilevano la temperatura nel punto in cui vengono posizionati, come abbiamo visto in “Tempo e temperatura: l’importanza della posizione”. Rilevano la temperatura per conduzione termica per effetto della quale il calore si espande dalla superficie di appoggio alla base del termostato, fino ad arrivare al bimetallo che si deforma in base alla temperatura per la quale è stato predisposto l’intervento.
Per garantire un intervento corretto è molto importante che la base del termostato bimetallico sia perfettamente aderente al piano. Questo perchè anche un semplice e millimetrico passaggio d’aria potrebbe determinare un ritardo nell’intervento. Abbiamo già affrontato questo fenomeno quando abbiamo parlato di ritardo termico e delle cause che lo possono provocare.
Molti produttori per ridurre al minimo tale possibilità applicano sotto il corpo del termostato una pasta conduttiva che, su richiesta, possiamo fornire. In buona parte si tratta di grassi termici che hanno lo scopo di eliminare i vuoti d’aria o i piccoli spazi che possono agire da isolanti termici, e garantire una corretta continuità termica tra la fonte di calore e il dispositivo di rilevamento.
Può sembrare banale, o scontato, ma è realmente sufficiente un piccolo passaggio d’aria per determinare un ritardo nell’intervento del termostato e sono numerosi i fattori che possono determinare questo errore, come la temperatura d’esercizio o la velocità con la quale si è raggiunta tale temperatura, o il passaggio d’aria che si può creare nello spazio di non perfetta aderenza.
Aderenza al piano: un test dimostrativo
Faccio due semplici esempi basandomi su un test eseguito internamente. Nella Foto 1 possiamo vedere due TK24, normalmente chiusi, con una temperatura d’intervento di 80°C+/-3°C. Entrambi sono perfettamente avvitati e aderenti alla piastra riscaldante e la prova ha dato esito positivo, il termostato 1 è intervenuto a 83°C e il termostato 2 a 82°C.
Nella Foto 2 abbiamo invece il termostato 2 che non è perfettamente aderente al piano, parliamo di circa 1,5 mm ma il risultato è sorprendente. Mentre il termostato 1 ha riconfermato l’intervento a 82°C, il termostato 2 questa volta è intervenuto a 95°C, parliamo di ben 13°C di differenza.
Quanto fin qui detto deve valere ovviamente per tutti i dispositivi che svolgono il loro lavoro per contatto su una superficie, non solo per i termostati a ½” menzionati prima ma anche per Motoprotettori o Sensori di temperatura (NTC – PTC – Termocoppie – PT 100/1000).
Il rilevare una temperatura in un ambiente sarebbe un altro argomento di discussione che potrebbe essere approfondito in un altro articolo.
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