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#39 – Ritardo termico

L’articolo di oggi inizia raccontandovi un’esperienza che ho avuto parecchi anni fa e che mi permette di approfondire il concetto di ritardo termico

Un mio nuovo cliente, produttore di motori elettrici per alzaserrande, si era trovato in difficoltà con il suo fornitore di protettori termici. Aveva così deciso di accelerare i tempi di inserimento del nuovo protettore. Utilizzava un 150°C e mi ha chiesto un 150°C. Il prezzo andava bene, il servizio era veloce così abbiamo iniziato a fare le prime forniture con quantitativi importanti, prima ancora di completare i dovuti test di laboratorio e di preserie sul campo.

Tutto era OK, sennonché, dopo circa 3 mesi, o forse 4, il frettoloso acquirente mi contattò per informarmi che alcuni suoi clienti lamentavano un problema: una volta azionato, il motore rischiava di bruciarsi, compariva del fumo, si sentiva odore di bruciato e il protettore non interveniva, oppure lo faceva troppo tardi. 

Se da un lato questa cosa mi sembrava alquanto strana, dall’altro non si deve mai escludere nessuna possibilità, nemmeno quella di avere fornito del materiale non perfettamente idoneo all’applicazione. Così ho allertato subito i produttori e nel giro di qualche giorno abbiamo organizzato un audit dall’utilizzatore finale. 

Ritardo termico: il test sui motori

Una settimana dopo la Casa mi contattò e mi informò di aver risolto il problema. Per dimostrarmelo mi inviò i due motori che aveva ricevuto dal cliente in seguito al nostro sopralluogo. Una volta in possesso di questi motori, seguendo le istruzioni dei miei partner li misi in azione, semplicemente collegandoli alla corrente. Il primo motore iniziò a lavorare e dopo non molto tempo vidi del fumo uscire dalla carcassa e sentii un forte odore di bruciato. Mi allertai e prima di avere problemi più seri lo fermai, ponendo fine alla prova.

Successivamente passai al secondo motore. Come con il primo lo misi in azione, l’apparecchio iniziò a lavorare regolarmente e dopo non molto tempo si fermò. Senza problemi, senza fumo, senza odore di bruciato.

Contattai la Casa e mi feci dare qualche spiegazione, convinto che la prima prova fosse stata fatta con un nostro protettore e la seconda con quello della concorrenza, ma non era così.

La prima prova era stata fatta effettivamente con una nostra termica a 150°C, come richiesto dal cliente, la seconda prova era anch’essa fatta utilizzando un nostro protettore, ma tarato per intervenire a 140°C.

ritardo termico

Ma perché succedeva questo?

In realtà possiamo intuire quale sia la risposta perché l’abbiamo affrontata in “Tempo e temperatura: l’importanza della posizione”. Per essere più precisi il protettore della concorrenza era metallico e più sensibile al variare della temperatura. Il nostro invece era plastico, quindi più lento nel percepire gli incrementi termici. Noi sappiamo che in un determinato momento e su una determinata superficie possiamo avere temperature diverse a seconda del punto che andiamo ad analizzare. Ma in questo caso, il discorso diventa inverso perché è il protettore che in funzione della conduzione termica dei materiali che lo compongono avrà una maggiore o minore risposta all’aumentare della temperatura. Un protettore con corpo plastico ha, normalmente, dimensioni ridotte e un ingombro più lineare, un isolamento verso massa alto, e in genere un costo economico. Perà è anche più fragile in caso di compressione e più lento nella lettura della temperatura.

Un protettore metallico invece, necessita di una protezione con un materiale isolante tipo NOMEX, NOMEX-MYLAR, KYNAR piuttosto che di resine epossidiche per poter garantire un livello accettabile di isolamento verso massa, ma questa soluzione inevitabilmente aumenta il suo ingombro. Un corpo metallico garantisce una maggiore resistenza a compressione ma in genere, a parità di modello, quello metallico è sempre un po’ più costoso.

Quindi, qual è il migliore? Il migliore non esiste. Dimmi l’applicazione e ti dirò che termostato usare, o quasi.

Il punto su cui voglio fare leva è che un protettore plastico e uno metallico possono avere performance diverse ma non significa una diversa qualità. Ricordi cosa dicevo in “Qualità o prestazioni? quando la gamma fa la differenza”?

La nostra gamma di protettori termici è molto vasta e in continua evoluzione. Di fronte a un progetto nuovo, o quando siamo chiamati a sostituire prodotti della nostra concorrenza, informatevi bene delle prestazioni, chiedeteci tutte le schede tecniche necessarie, e segnalateci le criticità delle vostre applicazioni.

La nostra esperienza è al vostro servizio, e gli uffici tecnici della Case con cui lavoriamo sono sempre disponibili per una consultazione. 

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