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#106 – La sicurezza parte dalla spina

Sulla sicurezza non si dovrebbe scherzare ma non sempre è così. Semplicemente a volte non ci si pensa, altre si preferisce risparmiare, ma non è sempre la scelta più corretta, nemmeno sotto l’aspetto economico.

Se inseriamo in un motore di ricerca alcune parole chiave come “cortocircuito” “incendio” “bar”, troviamo subito un lungo elenco di fatti di cronaca legati ad incendi, all’interno di attività commerciali, causati da cortocircuiti.

Ma andiamo per gradi. Cos’è un cortocircuito? Per la risposta mi avvalgo dell’Enciclopedia online TRECCANI. Questa definisce cortocircùito un “considerevole aumento della corrente circolante in un circuito causato dall’annullarsi accidentale, in seguito a contatto, della resistenza tra punti che solitamente sono a potenziale diverso; il calore sviluppato produce effetti deleterî sugli impianti e sulle apparecchiature elettriche ove non si adottino opportuni dispositivi protettivi quali limitatori di corrente oppure valvole fusibili. (https://www.treccani.it/vocabolario/cortocircuito/).

Praticamente la corrente elettrica si trasforma in calore, creando il cosiddetto effetto Joule. Questo, se non viene in qualche modo limitato può generare scintille e di conseguenza incendi.

Torniamo all’esempio iniziale, ai bar e, solo per comodità di cronaca, alle macchine per caffè professionali. 

I produttori di machine per caffè mettono sul mercato prodotti eccellenti, di altissima qualità, in osservanza di una normativa estremamente rigida. Pertanto, può sembrare impossibile attribuire loro un malfunzionamento, ed è così. Lo confermo e gli articoli sopra citati non dicono nulla di diverso da questo. Infatti, ad essere messo sotto accusa è sempre l’impianto elettrico.

Ora, un produttore di macchine per caffè (ma anche di forni, piani cottura, grill e tutto ciò che viene usato nell’HO.RE.CA.) sarà pronto a dare qualsiasi tipo di assicurazione sulla qualità del prodotto che vende sul mercato, ma potrà mai dare garanzie sulla qualità dell’impianto elettrico del luogo in cui le loro macchine saranno utilizzate? Ovviamente no. Sarebbe assurdo pretenderlo e impossibile garantirlo. D’altro canto, gli stessi esercenti, se sono locatari dell’immobile, difficilmente avranno fatto rifare l’impianto elettrico, lo avranno fatto certificare ma questo dimostra più che altro che, in quel momento, l’impianto non presenta malfunzionamenti.

A questo punto, esiste una protezione da eventuali anomalie nell’impianto elettrico? La nostra partner tedesca TMC ha sviluppato un prodotto che può rilevare un improvviso e ingiustificato surriscaldamento dell’impianto elettrico. Si tratta di una spina elettrica con due protettori termici della serie C al suo interno, uno per pin. Nel momento in cui dovesse essere rilevato un innalzamento della temperatura oltre la soglia d’intervento dei protettori, si aprirebbero i contatti. Questa azione non determinerebbe l’apertura del circuito, ma semplicemente un input trasmesso alla centralina elettronica che interverrebbe secondo le impostazioni date dal progettista o richieste dal cliente, come ad esempio trasmettere un segnale luminoso, acustico, o direttamente avviare una chiamata al pronto intervento, o impostare la centralina affinché in casi simili intervenga bloccando il passaggio di corrente, e così via. 

sicurezza

Se esaminiamo il disegno qui sopra vediamo una macchina per caffè in un bar. Possiamo osservare un improvviso innalzamento della temperatura all’interno dell’impianto elettrico e conseguentemente un principio di incendio. Ed è proprio ciò che succede concretamente in tanti casi di cronaca.

Vediamo però che con la spina TMC è raffigurato un contatto aperto. Ciò significa che uno, o entrambi i protettori sono intervenuti ed è partito un allarme che ha portato al blocco del funzionamento della macchina. In questo modo si evita che il surriscaldamento dell’impianto degeneri in un incendio, salvando così la macchina e il bar…e non solo.

Per poter arrivare in futuro ad avere una sicurezza come questa su tutte le macchine professionali è necessario che domanda (produttori di macchine) ed offerta (produttori di centraline) si incontrino.

Una spina di questo genere è sicuramente più costosa di una tradizionale spina elettrica, ma non in modo così eccessivo. Questo soprattutto in rapporto al valore di una macchina professionale prodotta in Europa, e in funzione delle maggiori garanzie che potrebbe offrire in termini di sicurezza e di conseguenza dei disastri che potrebbe evitare. 

Sarebbe importante che i produttori delle macchine professionali e i produttori delle centraline per il controllo elettronico si incontrassero con l’intenzione di raggiungere questo traguardo di sicurezza.