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#74 – TCO – Una sicurezza estrema…ma estremamente efficace

Molto spesso abbiamo parlato di termofusibili (Articoli 10121860 e infine 72) evidenziandone il funzionamento, i suoi pregi e a volte alcuni limiti. Sono ancora molte le argomentazioni sulle quali potremmo discutere a proposito degli SW1 e degli SW3 e avremo modo di farlo in seguito. Oggi però voglio promuovere questo piccolo componente, sottolineando come questo piccolo ed economico tipo di limitatore termico possa svolgere una funzione di sicurezza in grado di salvare un’apparecchiatura da un surriscaldamento che potrebbe anche degenerare in incendio. 

One shot, così viene anche definito, ma non è da confondere con i termostati di cui abbiamo parlato in “Termostati one shot”. Quindi un solo intervento, che è bene non sprecare.

Normalmente il TCO lavora in coppia con un termostato o un protettore termico che però non hanno una ciclicità infinita, come abbiamo visto in “Il termostato muore aperto o chiuso?” ed ecco che si rende necessaria una sicurezza estrema ma anche affidabile. Sicurezza che probabilmente non avrà mai bisogno di intervenire. D’altro canto se pensiamo ai termostati bimetallici come i TK24, vengono garantiti per minimo 100 mila cicli a 10A 250V. Questi cicli sono sicuramente superiori, e aumenteranno ulteriormente nei casi in cui la corrente di lavoro sia inferiore ai 10A. 

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TCO: economici, sicuri e performanti

Per questo motivo è bene che il dispositivo destinato a questo compito non sia particolarmente costoso, ma non per questo poco affidabile. Ed ecco che il nostro termofusibile diventa il principale favorito per molte applicazioni. Questo perché costa sicuramente molto meno di un termostato bimetallico a riarmo manuale, come può esserlo il TK32. La sua affidabilità è confermata dagli oltre 150 milioni di pezzi prodotti da SUNG WOO ogni anno. La percentuale di pezzi difettosi naviga in prossimità dello Zero ed è garantita da una lunga serie di test fatti dalla Casa. Su questi test avremo modo di ritornare più avanti.

Quindi il TCO esce dalla fabbrica “ben fatto”, perfettamente funzionante e sicuro. E’ però importante che successivamente, in fase di applicazione, vengano rispettate tutte le precauzioni di cui si è parlato precedentemente. Il termofusibile è un componente di protezione termica e il suo compito è di proteggere da un pericoloso e anomalo surriscaldamento gli elettrodomestici e i diversi tipi di apparecchiature elettriche su cui viene montato. Ma è di fondamentale importanza sapere che non è adatto a proteggere da anomalie o da picchi di corrente. Il fusibile termico non è un fusibile amperometrico e utilizzarlo in questa funzione avrebbe conseguenze devastanti. 

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TCO: i fattori esterni che ne influenzano il funzionamento

In fase di progetto il responsabile tecnico, nella scelta della temperatura di fusione del termofusibile (Tf), dovrà tenere in considerazione oltre alla temperatura richiesta dall’applicazione, anche tutte le influenze ambientali che possono condizionare la temperatura dell’ambiente in cui viene installato. Perché, come abbiamo visto in “TCO: alcune precauzioni nella posa in opera”, ci sono alcune precauzioni da prendere durante le operazioni di posa in opera del TCO che possono influenzare la temperatura. Ad esempio i tempi della saldatura o la scelta dei materiali per il cablaggio del termofusibile. Proprio perché esistono numerosi fattori che possono influenzare il corretto funzionamento del termofusibile, la SUNG WOO suggerisce che vengano fatti più test e che vengano comunque sperimentate più soluzioni con temperature d’intervento vicine tra loro. Buona abitudine è sempre quella di fare un test di continuità dopo l’installazione del TCO.

Pur non essendo un componente estremamente complicato da utilizzare o da applicare, è suggeribile non improvvisarsi installatori qualora non si abbia familiarità con questa professione. Anche un minimo errore potrebbe generare una scintilla o altro tipo di malfunzionamento che trasformerebbe il termofusibile da dispositivo di sicurezza a causa di pericolo.

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