#70 – Resistenza a trazione
Torniamo a parlare di protettori termici. In modo particolare vorrei soffermarmi sulla resistenza dei cavetti alla forza di trazione, vale a dire quella forza che viene esercitata in direzione opposta al punto in cui i cavi si inseriscono nel corpo del protettore.
Parliamo di una forza che va mediamente dai 30N ai 50N per 10 secondi ma non tutti i produttori riportano questo dato nelle schede tecniche. Questo dato può acquistare un’importanza particolare nel momento in cui il protettore viene inserito all’interno dell’avvolgimento di un motore perché è qui che viene maggiormente sollecitato.
Questa circostanza l’abbiamo già presa in considerazione quando abbiamo affrontato la resistenza a compressione e abbiamo visto come la serie “C” prodotta dai nostri partner della TMC sia particolarmente adatta a questo utilizzo. In alcune particolari circostanze, tuttavia, si rende necessario o per lo meno raccomandabile, prendere alcune precauzioni, che a breve andremo a vedere.
Nell’articolo “Il lato sensibile del protettore termico“ ho accennato alla suddivisione fra protettori rotondi e lineari. Questa separazione torna utile anche per le considerazioni che stiamo facendo per la resistenza a trazione.
I protettori rotondi, come ad esempio il nostro modello AD02 prodotto dall’ALBOL, hanno un corpo cilindrico e la connessione dei cavi nella parte alta della base. Il tutto è protetto da un isolamento in NOMEX. Questi protettori si presentano quindi con un aspetto meno regolare. Invece, una volta inseriti all’interno di un avvolgimento i cavi verranno pressati dal filo di rame che compone l’avvolgimento, contro il lato superiore della base. Di seguito scenderanno lungo il corpo cilindrico del protettore, arrivando alla base, dove saranno poi pressati contro il rame dell’avvolgimento sul quale poggia il protettore.
In questo caso, come ci mostra la figura 1, la trazione dei cavi è sopportata totalmente dagli stessi. Riferendomi sempre ad esempi molto semplici, potremmo affermare che si viene a creare un effetto “pinza”, nel senso che la pressione del rame contro i cavi li tiene bloccati, come se fossero fissati a una pinza. L’effetto che ne deriva sarà quello di due pinze che fermano i cavi in due posizioni diverse, per tirare gli stessi in due direzioni opposte, come si vede nella lente della figura 1.
Per i protettori lineari invece la situazione risulta diversa. Questo tipo di protettore, come ad esempio la serie “C”, presenta un ingresso dei cavetti che è in linea con il corpo del protettore. La forma è dunque pressoché regolare. Quando il filo di rame dell’avvolgimento preme il protettore, si distende su tutta la sagoma e ne seguirà le forme. Dalla custodia metallica e isolata in NOMEX scenderà ai cavetti per poi scorrere lungo la direzione dell’avvolgimento. In questo caso però il cavetto non è bloccato sul corpo dal filo di rame e la trazione avviene tra la crimpatura (o saldatura che sia) e il cavetto, come indica la figura 2.
In questo caso la resistenza viene affidata al solo punto di connessione. La ristrettezza degli spazi potrebbe creare una forza di molto superiore a quella che potremmo percepire. In alcune circostanze potrebbe anche arrivare alla rottura del cavetto. Infatti, come si vede nella lente della figura 2, l’effetto che si viene a creare è quello di una pinza che tira i cavi saldati al protettore. La capacità di resistere è data dalla saldatura.
In questo caso, se si utilizzano protettori lineari all’interno di un motore con un grosso avvolgimento, è consigliabile lasciare un po’ di gioco al cavetto. Possiamo vedere questo nella seconda lente della figura 3. In questo modo si ridurrà in modo drastico la forza di trazione esercitata sul punto di connessione.
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