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#108 Il Capodanno cinese. Perchè una festa in Estremo Oriente ha ripercussioni sulla nostra capacità produttiva?

“Avranno pur finito di festeggiare il capodanno… è passata ormai una settimana…” 

La mia reazione? Avete presente “L’urlo” di Edvard Munch (1863-1944)? Ecco, ma in una versione educata e silenziosa.

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Quanto sopra riportato è stata la risposta di un responsabile acquisti di una Società, con la quale ancora collaboro, al mio tentativo di giustificare un ritardo annunciato, a causa delle festività legate al Capodanno cinese.

Negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere questa tradizionale festa, ma non sempre se ne comprendono appieno i risvolti e le conseguenze che ha sui nostri mercati. Ritengo, pertanto, che possa valere la pena soffermarsi e approfondire la conoscenza di questo appuntamento.

Quello che noi impropriamente chiamiamo “capodanno cinese” è in realtà la “festa di primavera” o “capodanno lunare” (Lunar New Year). Questo evento sancisce l’inizio di un nuovo anno solare secondo il calendario cinese e si festeggia in quasi tutto l’estremo oriente compresa la Corea del Sud e Taiwan. Non viene festeggiata in Giappone, dove questa festività venne abbandonata nel 1873.

I festeggiamenti durano 15 giorni, iniziano con il Capodanno lunare e terminano con il Festival delle lanterne, che sancisce l’addio del vecchio anno e l’accoglienza di quello nuovo. La tradizione prevede, in modo particolare per i bambini, che si esca la sera con lanterne di carta.

Il prossimo Capodanno lunare cadrà il 10 febbraio 2024 del calendario gregoriano, e darà inizio all’Anno del Drago. La Cina maoista abolì questa festa nel 1967, proprio in seguito alla Rivoluzione culturale di Mao Tse-Tung (1893-1976), che ne vietò le celebrazioni ufficiali. Questo divieto era però destinato ad avere vita breve. Nel 1980 infatti venne ripristinato da Deng Xiaoping (1904-1997), che diede inizio a un periodo di riforme e di apertura verso l’Occidente.

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Questo, in breve, è quanto possiamo dire per farci un’idea di quella che è la festività, ma perché diventa così importante per tutto il mondo?

Non serve spiegare che la Cina è un Paese che ha avuto uno sviluppo industriale tale da meritarsi l’appellativo di “officina del mondo”. La sua potenza produttiva è tuttora in buona parte alimentata da una forza lavoro manuale o semi-automatica che rende indispensabile un massiccio arruolamento di manodopera. Per soddisfare questa enorme richiesta di forza lavoro le grandi città si rivolgono alle campagne e, per convincere i contadini a lasciare i loro campi nei loro paesi d’origine, le fabbriche offrono stipendi più alti di quelli che il Governo offre ai contadini.

A questo punto si assiste ad un esodo di milioni di contadini che si riversano nelle periferie delle città, talvolta percorrendo anche migliaia di chilometri, o intraprendendo viaggi con mezzi pubblici nelle province più sperdute della Cina che richiedono anche due o tre giorni. 

A queste condizioni non è possibile fare i pendolari e l’affitto di un appartamento renderebbe vano qualsiasi beneficio economico. Così, per poter attrarre manodopera, le fabbriche garantiscono vitto e alloggio ai loro operai. A fianco degli stabilimenti sorgono edifici più o meno alti, adibiti ad alloggi, nei quali i lavoratori dormono, mangiano e passano qualche ora di svago, tutto all’interno dello stesso perimetro. Non è vietato loro uscire, ma non sempre nei dintorni le periferie offrono grandi attrazioni.

Negli ultimi anni sta prendendo piede la Festa di metà autunno, detta anche “Giorno del ringraziamento”. Si tratta però di qualche giorno di pausa, dipende dalle province e dalle stesse ditte. Pertanto, la principale festività cinese resta il Capodanno. Per consentire una volta all’anno ai lavoratori di fare ritorno alle loro famiglie e alle loro terre di origine, le fabbriche concedono loro permessi speciali già una settimana o dieci giorni prima del Capodanno lunare e consentono il ritorno altrettanto tempo dopo il Festival delle lanterne.

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Facendo due calcoli spannometrici stiamo già parlando di quasi un mese di fermo. Questa pausa vale prevalentemente per il reparto produttivo, i centri direzionali, amministrativi e gli uffici commerciali si “accontentano” delle due, qualche volta tre, settimane ufficiali.

Il bello però deve ancora venire. Innanzitutto, immaginatevi la confusione che deve generare un esodo di numerosi milioni di persone che si spostano nel giro di una settimana. Inoltre, questa lunga pausa offre l’opportunità al Governo di fare un bilancio della situazione produttiva nelle campagne, fondamentale per la sussistenza del Paese e, quando lo ritiene opportuno, adottare delle politiche di rialzo del salario minimo per incentivare le persone a restare nelle campagne e dedicarsi all’attività rurale nel corso del nuovo anno.

Stiamo parlando di un costo del lavoro che varia da 3 a 3,5 USD all’ora a seconda della provincia. Per questo motivo il braccio di ferro tra fabbriche (privati) e campagne (pubblico) ha ancora lunga vita e ampi margini di crescita.

Terminate le feste si riaprono le fabbriche ma non tutti faranno ritorno. Si renderà perciò necessario assumere, ma soprattutto formare, nuovi lavoratori, e il training non dura meno di 3 o 4 settimane.

Arrivando alle conclusioni, proviamo a ipotizzare un esempio pratico. Abbiamo detto che il prossimo Capodanno Lunare sarà il 10 febbraio, quindi le fabbriche inizieranno a sospendere alcune produzioni a partire dal 1° febbraio. Le festività ufficiali termineranno il 25 febbraio, ma gran parte della forza lavoro rientrerà nella settimana successiva. Le produzioni ripartiranno intorno al 4 marzo, ma difficilmente saranno al pieno della loro capacità produttiva. Inoltre, la formazione di nuovo personale qualificato occuperà quasi tutto il mese di marzo. In sintesi, i disguidi inizieranno a febbraio e si protrarranno per tutto, o quasi, il mese di marzo.

I partner cinesi di R&D Components si basano quasi tutti su una produzione automatica, o comunque altamente qualificata (ne abbiamo parlato qui, qui e qui). In questo caso i disguidi possono essere contenuti all’interno delle 3 massimo 4 settimane, ma comunque esistono e non si possono evitare. Possiamo però contenerli, e il modo migliore per farlo è quello di conoscere i fabbisogni con largo anticipo. Semplicemente ciò vuol dire che, se viene richiesta la merce per febbraio o inizio marzo, è necessario ricevere l’ordine entro la chiusura natalizia, mentre se viene trasmesso un ordine a gennaio la prima consegna utile sarà presumibilmente fine marzo-inizio aprile.

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Inoltre, anche se questi disagi impattano sui nostri fornitori in maniera più contenuta, non dobbiamo dimenticarci che esiste una filiera produttiva sulla quale non è facile esprimersi. Per questo motivo, se doveste ricevere da parte nostra un sollecito, un’e-mail o una telefonata nel tentativo di smuovere anticipatamente un fabbisogno previsto per l‘inizio del prossimo anno non è perché siamo dei rompiscatole, e su questo non c’è alcun dubbio, anzi ce ne vantiamo, ma è per consentire a noi di organizzarci al meglio per dare a voi il migliore dei servizi possibili.