#36 – Termostati a bulbo
Il termostato a bulbo regolabile è un componente per la regolazione e per il controllo della temperatura, con un range di lavoro, e quindi una temperatura minima e una massima, che vengono regolate a scelta dell’utilizzatore tramite la rotazione di una manopola, oppure già predisposti all’intervento dal produttore.
Questo tipo di termostato è composto principalmente da quattro parti: il sensore o bulbo, il capillare, il corpo del termostato e l’alberino di regolazione.
– SENSORE: detto anche “bulbo”, è la parte che ha il compito di rilevare la temperatura e viene posizionata nel punto in cui è richiesta questa funzione. L’interno è riempito con un liquido che espande il suo volume con l’aumentare della temperatura.
– CAPILLARE: è un piccolo tubo, all’interno del quale scorre il fluido in fase di espansione e collega il sensore al corpo del termostato.
– TERMOSTATO: E’ il corpo in cui convergono l’alberino di regolazione, il capillare collegato alla valvola (punto terminale del capillare), i contatti che danno la continuità elettrica fino a che non si aprono interrompendola, e la valvola ad espansione collegata al capillare. A breve cercherò di spiegare il tutto in modo sintetico
– ALBERINO: è lo strumento tramite il quale è possibile scegliere e regolare la temperatura di intervento del termostato a proprio piacimento.
Termostati a bulbo: come funzionano
Ma proviamo a vedere un po’ più nel dettaglio come funziona un termostato a bulbo. Nelle immagini qui sotto possiamo provare a schematizzare e semplificare ai minimi termini questo funzionamento, ma è doveroso spiegare che, al di là delle funzioni base, ogni produttore ha un suo particolare disegno, soprattutto per quanto riguarda il meccanismo interno al termostato.
Nella figura “A” abbiamo il termostato in posizione iniziale, vale a dire all’interno del range di lavoro, quindi a temperatura ambiente i contatti sono chiusi e la corrente passa regolarmente. La valvola (5) è distante dall’alberino (4).
Nella figura “B” la temperatura inizia a salire, il fluido si espande e percorre tutto il capillare, fino ad arrivare alla valvola. Questa, spingendo un perno verso l’esterno, trova la base dell’alberino dove effettua una spinta sullo stesso. A quel punto la spinta verso l’alto del perno sull’alberino fa si che un meccanismo porti a far aprire il contatto elettrico. Non potendo più espandersi, per reazione spinge verso il basso un meccanismo che porta al distaccamento di uno dei contatti e quindi all’apertura del circuito. Quest’ultimo passaggio è quello che varia a seconda del produttore. Sul mercato ci sono diverse soluzioni ma tutte portano allo stesso risultato.
Nella figura “C” è spiegata la funzione dell’alberino. Si tratta di un perno rotativo avvitato al corpo del termostato. Ruotandolo in una direzione o nell’altra può salire o scendere, entrando nel corpo del termostato, e di conseguenza avvicinarsi oppure allontanarsi dalla valvola. Questa distanza determina il tempo di intervento e di conseguenza la temperatura di lavoro del termostato. Diventa facile convertire i gradi angolari della rotazione in gradi Celsius (o Centigradi), ma questa è un’operazione che fanno i produttori graduando la manopola. Spesso sono anche i clienti finali a farlo, poichè per motivi estetici preferiscono usare manopole personalizzate.
Con il termostato a bulbo abbiamo incontrato un nuovo principio di gestione della temperatura, quello dell’espansione del fluido, diverso dal bimetallo e diverso dal thermal pellet.
I termostati a bulbo possono essere di regolazione, come abbiamo appena visto, oppure anche di sicurezza, con un riarmo manuale. In entrambi i casi possono essere unipolare, bipolare o tripolare.
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