#159 Spine di sicurezza TMC
Lo avevo già fatto e mi voglio ripetere. Provate ad inserire in un motore di ricerca tre semplici parole:” bar, incendio e corto circuito”. Vedrete che comparirà un lungo elenco, forse infinito, di incendi che hanno avuto luogo in attività commerciali a causa di un corto circuito dell’impianto elettrico, spesso causato da un elettrodomestico professionale.
Ad essere messo sotto inchiesta però non è mai l’elettrodomestico ma è quasi sempre l’impianto elettrico. Perché, se è certo che i produttori di macchine per caffè, piani cottura, forni, lavastoviglie, frigoriferi e qualsiasi altro elettrodomestico per uso professionale producano in piena conformità alle normative vigenti e nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, altrettanto non si può dire degli impianti elettrici all’interno delle mura dei locali.
La stragrande maggioranza degli edifici ha più di trent’anni e l’impianto elettrico è stato costruito secondo quanto prevedeva la normativa del tempo. Negli anni non sempre è stato verificato e manutenuto. Anche eventuali controlli o certificazioni potrebbero non scoprire un difetto o un parziale danneggiamento di un filo, magari solo per usura. Oppure perché in tempi lontani, durante la sua posa in opera, aveva subito un piccolo danno, una spellatura dell’isolamento, piccole cose che non pregiudicano il regolare funzionamento dell’impianto, ma nel tempo possono degenerare fino a creare situazioni compromettenti come quelle a cui abbiamo fatto cenno prima.
Non sto dicendo che ci sia malafede, e non è detto che sia sempre una questione di negligenza. A volte è fatalità o casualità, può succedere, raramente, ma può succedere. Ed ecco che la nostra lista si allunga con nuovi casi e nessuno si augura di essere il prossimo.
Vedere distrutta la propria attività, nella quale si sono poste le proprie speranze e aspirazioni, è sicuramente qualcosa di devastante. Al di là del danno economico. E credo che si debba fare di tutto affinché le basse possibilità che una tragedia simile accada vengano ulteriormente ridotte in modo drastico.
E qui veniamo a noi perché una soluzione esiste. Forse non è possibile garantire di eliminare totalmente la possibilità che si verifichi un corto circuito ma si può porre una sicurezza che renda decisamente poco probabile questa circostanza.
“Sicurezza”, questa deve essere la parola d’ordine e ne esistono di grandi varietà a seconda dell’applicazione, dell’uso e delle prestazioni che si devono garantire. Chiaramente un produttore di una macchina per il mondo dell’HORECA ha già predisposto tutti i dispositivi necessari, che siano termostati bimetallici, a bulbo, protettori termici o sonde di temperatura. Ma questi sono sempre controlli legati al lavoro dell’apparecchio. Quindi, come fare a proteggersi da influenze esterne?

TMC ha sviluppato una potenziale soluzione in grado di rilevare una problematica esterna alla macchina e reagire ad essa. Si tratta di una spina con al suo interno due protettori termici, uno per ogni pin. Viene prodotta in diversi tipi di esecuzione a seconda degli standard del paese in cui saranno utilizzate. Oltre ai tradizionali tre cavi di Fase (marrone), Neutro (blu) e messa a terra (giallo-verde), ne hanno altri due che connettono una coppia di protettori della serie C. I protettori, inseriti nella spina a controllo della temperatura rilevata dai due pin, non sono in serie con il resto del cablaggio ma in parallelo ad esso. Pur essendo comprese nella stessa spina, non interagiscono con il funzionamento della stessa.
Semplicemente, se nell’impianto elettrico del locale si verifica per qualsiasi motivo un surriscaldamento, questo passa per conduzione attraverso i pin della spina inserita nell’impianto. I protettori così reagiranno all’anomalia termica con l’apertura dei contatti. Questo tipo di intervento non andrà ad agire direttamente sul lavoro della macchina. Ma, interrompendo il passaggio di corrente all’interno del protettore, interromperà un segnale che potrà essere interpretato dalla centralina elettronica in modi diversi, a seconda delle scelte tecniche fatte dai progettisti. E potranno azionare un segnale acustico o luminoso, attivare una ventola di raffreddamento o un numero telefonico di emergenza. Oppure, più semplicemente, fermare tutto e lasciare che la temperatura ritorni al di sotto dei livelli di allerta.

Questa spina fortemente innovativa, in linea con le scelte strategiche fatte da TMC negli ultimi cinque anni, è stata pensata e sviluppata per i caricabatterie delle macchine elettriche. Ma ritengo che sia più lungimirante adattarlo alla quotidianità in settori industriali dove potrà trovare larga applicazione e portare immensi benefici a tutti. Bisogna solo cercare di superare qualche ostacolo culturale e un pizzico di pigrizia.