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#152 Il declassamento nel dettaglio

Non è bello proporre a un cliente un protettore termico e dopo aver trovato l’accordo sul prezzo sentirsi dire che non ha superato le prove tecniche perché interveniva troppo presto, a temperature più basse di quella per cui era costruito. È disorientante e brutto. Qualche volta mi è capitato, ma andando ovviamente ad approfondire emergevano particolari tecnici non considerati in precedenza. Certo è una brutta sorpresa. Sia per chi propone un protettore convinto di aver risolto il problema, sia per chi testa il prodotto, convinto di aver trovato una soluzione alle sue ricerche e vede fallire, a volte malamente, i suoi test. Ma spesso esiste una ragione tecnica che deve essere considerata in anticipo, fin dalla progettazione teorica dell’apparecchiatura.

Sappiamo bene che la corrente aumentando può trasformarsi in calore. È il cosiddetto effetto Joule che, ad esempio, è alla base del funzionamento delle resistenze elettriche, tanto per citare una delle applicazioni più comuni. Abbiamo visto che influenza anche un’infinità di macchine, come le coperte elettriche, gli elettrodomestici professionali della ristorazione come le macchine per caffè o più in generale i forni.

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Torniamo al nostro esempio iniziale. Un aumento della corrente può trasformarsi in un aumento della temperatura. Soprattutto nel caso in cui il circuito venga alimentato da un carico (è l’energia che attraversa il circuito) induttivo, che sviluppa i campi elettromagnetici che consentono l’avviamento di un motore elettrico. Questa è poi una delle principali applicazioni dei protettori termici. In questo particolare caso possiamo avere in fase di avviamento un picco di corrente. Questo deve essere considerato per non avere le spiacevoli sorprese a cui si faceva cenno prima.

Un passaggio di corrente al di sopra della portata può causare il fenomeno del declassamento in un protettore termico. Questo va così a rilevare una temperatura più alta di quella dell’ambiente in cui si trova ad operare (ad esempio all’interno di un avvolgimento elettrico). Di conseguenza ad intervenire prima di quanto ci si aspetti. In pratica, se ho un protettore termo amperometrico (sensibile alla corrente) che deve intervenire a 120°C all’interno di un avvolgimento, l’aumento della corrente che attraversa i contatti si andrà a trasformare in calore e il protettore andrà a percepire una temperatura più bassa di quella effettiva dell’avvolgimento, con i risultati che conosciamo.

Ma è possibile far fronte a queste esigenze. Oltre ai protettori termici sensibili alla corrente, o termo amperometrici, come il C1BW-B2DBW-A1DKW-1TKW-3B7AMI e il CS2 esistono anche i protettori esclusivamente termici, poco o per nulla influenzati dal passaggio di corrente, come i modelli C4C8H20H21KSD9700

La cosa più importante è avere chiare le prestazioni che un prodotto dovrà essere in grado di garantire, e su quella base effettuare la scelta.

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