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#24 – Termocoppie

Oggi concludiamo il nostro approfondimento sui sensori di temperatura parlando di termocoppie. Si tratta di sensori di temperatura, composti da due fili metallici di materiali diversi, uniti in un punto definito giunto caldo. Questo rappresenta il punto in cui viene letta la temperatura. Dall’altra estremità i due conduttori sono liberi, e la parte terminale viene definita giunto freddo, che normalmente è collegato a un circuito, tramite una morsettiera, che connette la sonda a uno strumento di misura, in modo diretto o per mezzo di una prolunga.

Il principio su cui si basano le termocoppie venne per lungo tempo attributo al fisico estone, naturalizzato tedesco, Thomas Johann Seebeck (1770 – 1831). Nel 1821 Seebeck si rese conto che due metalli di natura differente, messi a contatto tra loro, con la giunzione a una temperatura diversa da quella del resto del materiale, creano una tensione elettrica ai capi liberi, in corrispondenza del giunto freddo. Tale fenomeno è noto come effetto termoelettrico o effetto Seebeck. Dopo il 2005 però si realizzò che tale principio era già stato esposto da Alessandro Volta (1745 – 1827) nel lontano 1787 nelle “Lettere sulla metrologia elettrica”, indirizzate al poeta e scienziato tedesco Georg Christoph Lichtenberg (1742 – 1799).

Termocoppie: la normativa EN-60584

La norma di riferimento delle termocoppie è la EN-60584. Questa ne identifica i diversi tipi sulla base dei materiali utilizzati e dell’intervallo di temperatura che sono preposte a misurare, classificandole con lettere dell’alfabeto.

Le più comuni sono:

  • K – Nichel (Cromel/Alumel) -200°C / +1.260°C
  • J – Ferro/Costantana -40°C / +750°C
  • N – Nicrosil-Nisil (Nichel/Cromo/Silicio) -270°C / +1.300°C
  • T – Lega Costantana (Rame/Nichel) -200°C / +350°C

Ho deciso di affrontare le termocoppie per correttezza di informazione e per fornire un quadro veramente completo dei sensori di temperatura. Onestamente, però, su questo particolare R&D Components ha iniziato da poco a investire tempo e risorse e non è ancora un prodotto trainante come gli altri. In Italia, purtroppo (o meglio per fortuna), ci sono molti produttori locali che sono in grado di fornire un ottimo prodotto a prezzi molto competitivi e con una tempistica molto buona. Con alcuni di loro abbiamo avuto più volte modo di collaborare e questo ha reso poco stimolante una nostra ricerca di proposte alternative. Da qualche tempo però abbiamo smesso di stare alla finestra a guardare e ci siamo buttati anche noi nella mischia.

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