#6 – Il termostato muore aperto o chiuso?
Con l’articolo odierno risponderemo a una domanda che periodicamente mi viene fatta, e alla quale è impossibile dare una risposta definitiva. Ci si chiede spesso come “muoia” il termostato, che significa se l’ultimo ciclo che andrà a compiere sarà quello che provoca la chiusura o l’apertura del circuito.
Come già spiegato, è la lamina di bimetallo che provoca l’apertura o la chiusura dei contatti, e il ripetersi on/off è definito ciclo. La meccanica non è diversa da quella di un fil di ferro che viene piegato, con eguale forza, prima verso l’alto poi verso il basso. Se l’operazione viene ripetuta continuamente si arriverà alla rottura del filo, ma chi può dire se avverrà mentre viene mosso verso l’alto o verso il basso?
Questo vale anche per il nostro bimetallo. L’ultimo ciclo potrebbe essere quello che apre i contatti, oppure quello che li richiude, riarmando il nostro dispositivo per sempre. Quest’ultima casualità potrebbe dimostrarsi molto pericolosa. Per questo motivo, quando l’applicazione lo richiede, il termostato automatico viene affiancato da un termostato a riarmo manuale (TK32) oppure da un termofusibile (SW). Ciò soprattutto quando il termostato automatico ha la funzione di regolare la temperatura, e di conseguenza gli viene chiesto di lavorare e intervenire con continuità.
Il termostato, o il protettore, che arriva alla fine dei suoi cicli, potrebbe farlo chiudendo i contatti. Così, l’apparecchiatura sulla quale è montato continuerà a lavorare senza avere una sicurezza operativa, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. A questo punto sarà il termostato manuale, o il termofusibile, a interrompere definitivamente il passaggio di corrente, rimandando all’assistenza ogni verdetto.
In certi casi il termostato e il termofusibile sono in serie (B2TCO) in altri casi sono inglobati in un unico involucro (Matsuo) + (Freddo)
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