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#132 L’invenzione di un Rating. Quando i pagliacci possono danneggiare un settore

Oggi sarò noioso, probabilmente più del solito, addirittura lungo e forse sembrerò molto polemico, ma non importa. Sia quel che sia, oggi voglio mettervi in guardia.

Mi ricollego a quanto detto settimana scorsa in merito al Rating ESG. Credo di aver chiarito la mia posizione. Si tratta appunto dell’assegnazione di un punteggio che riassuma l’impegno che una Società mette nel rispettare la natura, garantire ai propri collaboratori un ambiente sicuro, sereno e del quale si sentano pienamente parte e valorizzati. E inoltre che la Società lavori in trasparenza e nel pieno rispetto delle regole e dei valori condivisi.

Ho sollevato qualche (si fa per dire) perplessità sul questionario che mi è stato sottoposto. In parte per motivazioni puramente ideologiche (non sempre ciò che ci presentano come green è qualcosa di veramente positivo, o semplicemente ecologico, anzi) in parte per la chiara inapplicabilità di certe dinamiche aziendali a una Società delle dimensioni di R&D Components. Tuttavia, ho sempre creduto nella serietà e nella professionalità di ALA e del Gruppo NSA che ha seguito tutto il percorso e che ci ha portati ad ottenere i tre Rating NSA (ESGLegalità e Assicurativo).

Fin qui nulla di nuovo in confronto a quanto già detto. Succede però che da molti anni collaboro, in modo soddisfacente, con una Società che mi fornisce un numero pressoché illimitato di report aziendali sulla valutazione del credito e sulla affidabilità dei miei clienti. Siete tutti monitorati, ma posso vantare un portafoglio eccellente e per questo vi devo ringraziare e complimentarmi con voi. Da quest’anno i report includono anche una valutazione di “ESG Risk”. Come da mia abitudine, per poter concretamente valutare il servizio offerto, chiedo di verificare il punteggio di R&D Components. Ciò, forte del premio appena ritirato al NSA Integrity Award di Venerdì 7 giugno, e del fatto che conosco al 110% la mia realtà aziendale. Ma con mia grande sorpresa scopro che mi viene attribuito un rischio ESG “Medio/Alto”. 

Chiedo ovviamente spiegazioni. Mi viene detto di non preoccuparmi perché si tratta di un semplice calcolo statistico realizzato su base locale. Quindi nella mia zona, la Brianza, sono probabilmente diffusi quei valori di rischio.

Bene, allora alzo la posta e chiedo di avere il feedback col quale si giunge a catalogare R&D Components come una Società con un Rischio ESG Medio/Alto”. Ricevo così due paginette con tanti colori, definiti “semaforici”.

Facendo un semplice copia/incolla della prima sintesi di questo report posso dire che i giudizi sono stati i seguenti:

Environmental (Rischio Medio): Si riferisce all’impatto dell’azienda sull’ambiente. Ciò include le pratiche di gestione dei rifiuti, l’efficienza energetica, l’utilizzo delle risorse naturali, le emissioni di gas serra e altri aspetti legati all’ecosistema.

Social (Rischio Medio/Alto): Riguarda la gestione delle relazioni dell’azienda con le persone interessate, tra cui dipendenti, clienti, comunità locali e altre parti interessate.

Governance (Rischio Medio/Alto): La governance include questioni come la trasparenza, l’etica aziendale, la responsabilità del Consiglio di amministrazione, i meccanismi di remunerazione dei dirigenti e la struttura delle relazioni aziendali.

OK; ma queste sono semplicemente, con parole diverse da quelle usate da ALA, le definizioni di cosa si intende per ESG. Ma come siamo arrivati a darmi un così severo giudizio, dove si nascondono questi miei presunti errori e queste mie ipotetiche negligenze? Proseguo la lettura perché, correttamente, il report passa ad affrontare ognuno dei tre aspetti ESG, partendo proprio dall’ambiente, da ENVIRONMENTAL. Prima di proseguire vi chiedo una gentilezza. Quella di non dimenticare che noi ci troviamo in una cittadina chiamata Muggiò, si trova in Lombardia, in provincia di Monza e Brianza, al confine con Monza, e con Cinisello Balsamo (MI). Per carità, non è New York, e ci può stare che non tutti abbiano una chiara idea della collocazione geografica e delle peculiarità della mia terra, per questo e per meglio comprendere quello che andrete a leggere, vi metti il link a Google Maps.

Sotto ENVIRONMENTAL ci sono 16 potenziali rischi ambientali, e purtroppo abbiamo un rischio altissimo (il più rosso dei rossi) per: Incendio e Frana più, anche se non siamo produttori, Emissioni dannose di CO2GHG e Ossidi di Azoto.

Abbiamo un rischio alto (arancione/marrone) di SiccitàTerremoto Temperature elevate. Passiamo poi a un rischio medio (marroncino o giallo scuro, non è chiaro) perché nel mio piccolo sono un mezzo delinquente e non presto grande attenzione all’impatto che la mia attività (commerciale) ha sull’ambiente (che ingenui quelli di ALA-NSA che si sono fatti abbindolare). Inoltre, abbiamo un rischio medio basso (in giallo) di Eruzione vulcanicaInondazione costiera, Inondazione fluviale. So che sembra uno scherzo, ma vi assicuro che è così. Sembrerebbe, e non sapevo nulla, che in Brianza ci siano mari e vulcani. Siamo fortunati per il rischio Tsunami e per le alluvioni urbane, qui c’è un bel verde, ma perché verde, diciamo pure green. Tranne quando arrivano le tempeste estive e cadono gli alberi e si scoperchiano le case, come è successo lo scorso anno, e lì, un po’ di alluvione urbana l’abbiamo vista, ma mai come i vulcani.

Tutto questo fa ridere, e serve per scherzarci con amici e parenti, nulla di più. Smetto di ridere quando si passa a SOCIAL GOVERNANCE perché qui cambia il palcoscenico ed è il motivo per cui sono diventato rabbioso e ho deciso di scrivere questo articolo. 

Premetto che ALA-NSA, prima di assegnarmi un punteggio ESG di BBB (come mostrano le due immagini) con rischio medio-basso, mi permetto di dire quasi basso (lo raggiungerò a breve grazie a una nuova certificazione e ad alcune piccole correzioni fatte) mi ha fatto visita in azienda, mi ha fatto un’intervista di oltre un’ora alla quale sono riuscito a sopravvivere miracolosamente, e mi ha inseguito via email e telefonicamente per chiedere ulteriore documentazione che confermasse o chiarisse alcuni punti rimasti in bilico durante il questionario. Insomma, fatemelo dire, mi ha stressato. Ma dopo ha emesso un verdetto per lo più condivisibile, e positivo (ma migliorabile). 

Al contrario, la Società che ha emesso il feedback ridicolo sui cui sto basando questo articolo non so nemmeno chi sia. Perché non è la ditta con cui collaboro da anni e che sulla base dei bilanci e dei dati presenti nelle camere di commercio assegna un valore creditizio alle Società per cui faccio richiesta. E’ un loro partner esterno che si occupa, indovinate un po’…di certificazioni ESG.

Arriviamo al dunque. Posso dire che sotto l’aspetto Social ho uno scarso interesse al sostegno al tessuto produttivo locale, anche se non produco e non ho idea di come potrei sostenere un settore che non è il mio. Non faccio iniziative a sostegno della comunità locale…dovrei chiarire ma non mi è chiaro quello che chiede. Sono scarso nella “Competitività nella creazione di conoscenza condivisa”. Anche qui mi è poco chiaro. Però, permettetemi, R&D Social, che da oltre 132 settimane pubblica i suoi articoli, non è un modo, per quanto piccolo e artigianale, di trasmettere ad altri i miei 25 anni di esperienza in questo settore? A quanto pare, non sono un drago nemmeno nelle “Azioni concrete per il benessere lavorativo dei dipendenti”. Non voglio incensarmi in nessun modo. Io vi dico che i miei due più “vecchi” (in termini contrattualistico) collaboratori lavorano con me dal 2006 e dal 2008. E vi assicuro che in Brianza se uno vuole semplicemente cambiare lavoro, lo cambia, senza problemi enormi. Non aggiungo altro, chiedete eventualmente a loro (ma avvisatemi se si lamentano 😊).

Questi ultimi punti mi indispongono e mi innervosiscono. Si tratta di falsità messe in circolo da qualcuno che non ha la più pallida idea di chi io sia e di quale sia la realtà di R&D Components. Però avete presente quando si dice che quando tocchi il fondo inizi a scavare? Ecco, siamo in presenza di una ruspa subacquea. 

Praticamente è inesistente la capacità di rendicontare all’esterno la propria sostenibilità. Questo punto è smentito da ALA-NSA che mi ha rilasciato un buon Rating ESG, certificato e rendicontato. 

Ho un’alta probabilità di sfruttamento del lavoro e irregolarità sui dipendenti. Anche questo punto smentito dal Garante della Concorrenza e del mercato che mi ha rilasciato il Rating di Legalità con una stella ++.

Per non farsi mancare nulla ho un rischio medio di poter avere infortuni non mortali dei propri dipendenti. E un rischio medio/alto di poter avere infortuni mortali dei propri dipendenti. Questa non è più un’analisi, non è un feedback, questa è DIFFAMAZIONE. Ho informato la Società dell’assurdità di quanto riportato e accessibile a chiunque. Ho anche chiesto le dovute azioni correttive, avvisando che, se entro 3 mesi non sarà eseguito quanto richiesto, provvederò a fare una querela.

L’ho detto e lo ripeto, il Rating ALA-NSA non mi ha lasciato entusiasta al 100%. Ma si è comunque trattato di un lavoro minuzioso di analisi, sul quale stiamo ancora lavorando per portare quelle azioni correttive o piccoli miglioramenti che ho ritenuto logici e intelligenti, nonché fattibili. Ho mantenuto comunque, anche se nel pieno rispetto di NSA, alcune perplessità su questo lavoro, che chiaramente ho notificato al mio interlocutore.

Un report però come quello improvvisato dai collaboratori di questi miei partner, non solo mettono in me il dubbio sulla futura affidabilità di un consulente storico, ma devastano la credibilità di quelle Società, come ALA-NSA, che tra mille difficoltà, e qualche perplessità, stanno cercando di conquistare la fiducia di un mercato che non si fida e che non crede, a volte con ragione, raramente sbagliando, in queste certificazioni. Sono come i venditori di fumo e di fuffa. Rovinano il mercato dei venditori qualificati e delle migliaia di seri professionisti che quotidianamente svolgono con difficoltà un lavoro non facile.