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#123 Norme RoHS

La normativa europea sta dedicando grande spazio alla salvaguardia dell’ambiente e, al netto di alcune posizioni inapplicabili, estremiste e a dir poco discutibili, si tratta assolutamente di un argomento al quale tutti abbiamo l’obbligo morale di prestare la dovuta attenzione. Ma quali sono le principali direttive a tutela dell’ambiente?

Dopo aver parlato delle certificazioni MOCA e della Norma CEI EN IEC 60079-15, passiamo ora alle direttive RoHS.

Innanzitutto, è importante chiarire che una direttiva europea è un atto giuridico con il quale si stabilisce un obiettivo che gli stati membri devono raggiungere, lasciando poi alle singole legislazioni la via per recepirle, vale a dire adottare proprie politiche interne per rendere esecutive queste indicazioni.

RoHS significa “Restriction Of Hazardous Substances”, vale a dire “Restrizioni delle sostanze pericolose”, per la salute degli esseri viventi e per l’ambiente e mira a ridurre l’uso di tali sostanze nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Pubblicata per la prima volta nel 2002, la direttiva UE 2002/95/CE limitava l’utilizzo di sei sostanze pericolose all’interno di dispositivi elettrici ed elettronici: piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati ed eteri di difenile polibromurati.

rohs

Nel 2013 entra in vigore la RoHS 2 (2011/65/EU) che estende l’applicazione anche ad altre categorie come dispositivi medici, strumenti di monitoraggio e controllo, ed introduce l’obbligo di marcatura CE, con la relativa documentazione da conservare per 10 anni.

Infine, nel 2015 la direttiva UE 2015/863 – RoHS 3 introduce 4 nuove sostanze e i relativi limiti di tolleranza che diventano i seguenti: Piombo (Pb) 0.1%, Mercurio (Hg) 0.1%, Cadmio (Cd) 0.01%, Cromo esavalente (Cr6+) 0.1%, Bifenili polibromuratiti (PBB) 0.1%, Eteri di difenile prolibromurati (PBDE) 0.1%, Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP) 0.1%, Benzilbutilftalato (BBP) 0.1%, Dibutilftalato (DBP) 0.1% e infine Diisobutilftalato (DIBP) 0.1%.

I produttori devono preparare una dichiarazione di conformità, apporre il marchio CE sul prodotto finito e redigere un documento tecnico a supporto di quanto dichiarato. La conformità può essere dimostrata in diversi modi, tramite la dichiarazione dei fornitori di materiali, a catena lungo la filiera, o tramite test e certificazioni di enti qualificati. 

Nel caso di Società commerciali, la dichiarazione di conformità alle direttive RoHS può essere fatta direttamente dal produttore, oppure dal rivenditore, sotto la propria responsabilità, sulla base di quanto dichiarato dal produttore.

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